Un orto in citta!

L’orto è pensato come un grande spazio
sinergico che prevede non solo zone con coltivazione di ortaggi, legumi
ed alberi da frutto, fiori e piante aromatiche, ma anche spazi comuni
intesi come luoghi di socialità diffusa. Sarà un luogo accogliente e
stimolante sia da un punto di vista ambientale che relazionale. Saranno
presenti anche una vasta area con pergolato, un capanno degli attrezzi
ed uno spazio per la trasformazione dei prodotti raccolti (marmellate,
composte, sottolio, olii essenziali ecc.).

L’orto
sarà recintato con una siepe che diventi una barriera naturale alla
contaminazione e all’inquinamento proveniente dalle aree limitrofe e
contemporaneamente sia uno spazio di rifugio per gli insetti utili
all’ecosistema.
Il luogo in cui far nascere l’orto è stato individuato all’interno della struttura dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini.
A fronte di indagini sulla compatibilità biologica del terreno, sarà coinvolto un esperto per l’avvio dell’attività.
Attraverso una modalità di presa di decisione collettiva si stabilirà
una turnazione rispetto alla coltivazione, alla cura e alla raccolta.

L’orto è pensato come uno spazio di tutti coloro che lo coltivano, che vi organizzano attività, che lo vivono e che lo aprono al quartiere o ad altre categorie di persone.
Sarà
luogo di sperimentazione dei metodi di coltivazione biologica ed
occasione di incontri conoscitivi, di scambi, di relazioni sociali e di
trasmissione di saperi. Luogo dove i bambini dei partecipanti possono
creare una relazione diretta con la natura e la coltivazione.

  • Sperimentare l’autoproduzione mediante la coltivazione basata su metodi biologici

  • Condividere un luogo, come l’orto, che così diventa fonte di socialità tra i partecipanti.

  • Consolidare principi di partecipazione diretta.

  • Acquisire conoscenze specifiche nel campo dell’orticoltura biologica, mediante percorsi di formazione ad hoc.
  • Proporre
    un laboratorio pratico di didattica, all’intero del quale sia possibile
    lo scambio di saperi anche tra generazioni diverse (giovani, anziani,
    adulti, bambini).

  • Creare un forte rapporto relazionale con il territorio.

  • Sviluppare una contaminazione tra la città e la campagna.

  • Costruire
    una sinergia con le realtà già operanti nel luogo identificato per la
    costituzione dell’orto, che sviluppano percorsi di terapia
    orticolturale, che coinvolga anche categorie di persone che provengono
    da esperienze di disagio e di emarginazione sociale.

 

  Calendula su pacciamatura in materB.

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