Durante l’estate ad agraria è nata un’anguria!

D’estate, camminando in una Milano meno caotica e trafficata del solito, ci si può permettere di rimanere un pò più a lungo con il naso all’insù e vedere che anche lo skyliner, le terrazze e le facciate dei palazzi sono colorate da qualche macchia verde. Certo non è la migliore città per ammirare un idilliaco connubio uomo-natura, ma anche qui il polmone verde prova a pulsare e a farsi sentire.

Nel grigio verde , forse un pò più nascosti, ci sono anche gli orti in città, che stanno diventando sempre più frequenti e permettono di far assaporare, anche ai cittadini, in scala decisamente più ridotta, il sapore bucolico della vita in campagna.

Anche nell’agosto milanese i prodotti dei nostri orti cittadini hanno continuato a crescere. Tra questi ci sono quelli del mini-orto di agraria, nato da un’operazione di guerriglia gardening che, però, ha presto incontrato la solidarietà di studenti e personale della facoltà.

Le vascone coltivate a zucchine, pomodori, erbe aromatiche e angurie hanno resistito al caldo d’agosto e anzi hanno pure “dato i loro frutti”. Si son stupiti i primi lavoratori e studenti che, ritornati nel parcheggio delle biciclette, hanno visto spuntare tra le foglie una tonda anguria, frutto simbolo dell’estate. E non era solo bella ma anche succosa e profumata. Nonostante l’aspetto coreografico la tentazione di vederla, e assaggiarla, è stata irresistibile.

I vasi li avevamo lasciati con qualche acerbo pomodoro e timido zucchino, la menta dall’odore invadente mischiato a quello del fresco basilico, guardati a vista dagli svettanti girasoli e dallo selvatico prunus. Ritrovare le nostre piantine così floride ha dimostrato quanto la spontaneità di quest’orto si sia trasformata in qualcosa di solido e duraturo. Il merito è stato anche dell’entrata in funzione del sistema di irrigazione che ha garantito un approvvigionamento di acqua continuo anche se, in questa strana estate, l’acqua non è affatto mancata.

Lo stimolo a continuare è quindi ancora più forte fino a spingerci ad estendere l’intervento ad altri vasconi abbandonati in qualche angolo della città o perchè no al vostro balcone.

Silvia

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